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Archeologia Industriale Schio

Schio e archeologia industriale

Archeologia industriale a Schio

Seconda parte dello speciale di Marca Aperta dedicato all’archeologia industriale. La prima parte la trovate cliccando su questo collegamento.

Schio si trova all’incrocio di vie di comunicazione che da nord si affacciano sulla pianura vicentina, fatto che ne ha determinato la fortuna fin da epoca preistorica. La vita della città decollò sotto il governo della Serenissima, per la quale, dopo aver ottenuto da Vicenza l’esclusiva per la produzione dei pregiati “panni alti”, divenne il principale centro laniero.
Ancor oggi questo nome, “Panni Alti”, viene usato nelle diverse manifestazioni Expo della zona.

Niccolò Tron

Il personaggio chiave che fece la fortuna della città fu il nobile Niccolò Tron, ambasciatore di Venezia a Londra. Egli trasferì in questa città le esperienze industriali inglesi fino a far guadagnare a Schio l’appellativo di “piccola Manchester”. In seguito furono Francesco ed Alessandro Rossi che nel corso dell’ottocento diedero nuovo impulso all’industria laniera da qui la nascita del marchio Lanerossi.

Il Modello Nord Europeo

Di questa e ricca storia Schio conserva numerose tracce di archeologia industriale a cominciare dalla fabbrica Alta (1862). Augusto Vivroux, architetto specializzato nella costruzione di stabilimenti tessili e studioso delle avanguardie inglesi e dei paesi fiamminghi, progettò un immenso edificio di sei piani lungo 80 metri e largo circa 14. La fabbrica è stata concepita con una struttura portante in ghisa dal valore simbolico, con all’interno un giardino-museo dedicato a Joseph-Marie Jaquard inventore dell’omonimo metodo di tessitura.
È un simbolo dell’archeologia industriale nazionale costruita secondo il modello architettonico Nord europeo.
Nel 1987 il gruppo Marzotto acquistò tutta l’area Lanerossi e nel 2013 passò al Comune. Grazie alla cessione di questi edifici, verrà attuato un piano di recupero coinvolgente tutta l’area.

La città operaia Nuova Schio

Alessandro Rossi nel 1872 commissionò all’architetto Antonio Caregaro Negrin la progettazione de Nuova Schio, la città operaia che concretizza le teorie interclassiste delle case degli operai con quelle dell’industriale. Nella distribuzione funzionale degli edifici accanto ai villini monofamiliari dei dirigenti sorgono le case a schiera degli operai mentre gli edifici di pubblica utilità si attestano a connessione con la zona del centro storico.

Il monumento al tessitore

Nella piazza del Duomo in centro città viene posto il monumento al Tessitore opera di Giulio Monteverde del 1879.La statua raffigura un operaio che tiene in mano una navetta, parte essenziale del telaio meccanico; ai suoi piedi sono posti dei panni, il frutto del suo lavoro. Si tratta del primo monumento in Italia dedicato a degli operai.

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