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Marca Trevigiana XVI secolo
Marca Trevigiana XVI secolo

Storia della Marca Trevigiana

La Marca Trevigiana nella luce dell’arte e della storia.

La Marca Trevigiana una terra di spettacoli naturali, di grandi tradizioni umanistiche, tecniche e scientifiche.

Marca Trevigiana – La provincia di Treviso, situata al centro del Veneto, presenta una distinta e caratteristica fisionomia, una sua unità e struttura geografica chiara e inconfondibile. Il territorio si identifica per la varietà del paesaggio, per la pianura ben coltivata e per i suoi soavi colli. Come un meraviglioso scenario di teatro, le colline e le montagne, concorrono per offrire  un sfondo di borghi e di cittadine sparse per la quiete campagna, canali e fiumi, risorgive e rogge.

Marca Gioiosa

Il filo della storia e dei suoi protagonisti si aggira attorno alla caratteristica Treviso e alla Marca gioiosa et amorosa[1], alle sue acque, ai canali, di placidi fiumi, di fresche risorgive. Le porte di San Tomaso e SS. Quaranta, all’interno delle mura, dispongono la gloria dei leoni alati della Serenissima Repubblica,[2] assieme alle antiche facciate dei palazzi, adagiate lungo il corso del Sile.[3]

[…] Il senso umano della vita nei suoi aspetti tradizionali, la nobile architettura di tante case, che sembrano povere, sono armoniose come la terra che la circonda e l’acqua che le attraversa, gli riveleranno il sentimento della città, quale è ancora in alcune parti: con i canali, le altane, i molini, i sottoportici, i ponti e i vicoli risparmiati dalle distruzioni dell’ultimo secolo e dalle rovine portate dagli aeroplani in guerra. L’architettura varia e cordiale ha mantenuto lieto il carattere degli abitanti. […][4]

Calcografia di autore anonimo della città di Treviso. Editore Pierre Mortier. Amsterdam, 1704. Foto tratta da T.Basso, Treviso Illustrata, Edizioni Demetra, 1997.

Calcografia di autore anonimo della città di Treviso. Editore Pierre Mortier. Amsterdam, 1704. Foto tratta da T.Basso, Treviso Illustrata, Edizioni Demetra, 1997.

    Con queste parole il critico d’arte Giuseppe Mazzotti (1907-1981), descrive il vero volto della città, ma ci invita a scoprire questo sito e la sua provincia, la marca trevigiana,  che ha dato i natali a Cima da Conegliano, al Giorgione, a Paris Bordon, al Canova, a Toti Dal Monte e nel cielo della santità, a papa Pio X.  Ma ritornando alla storia si apprende che il territorio trevigiano, sotto la dinastia carolingia, divenne  Marchesato o Marca, con annessa anche una zecca pubblica.[5] Con il passare degli anni la città aderì alla Lega Veneta e a quella Lombarda, adottando una politica anti imperiale. Nel 1176 partecipa alla battaglia di Legnano e in seguito, la città, diventa libero comune ed amplia il suo dominio, ma nel 1339 Treviso viene ceduta dagli Scaligeri ai Veneziani. Nel 1798 alla caduta della Repubblica di Venezia, la città passa all’Austria, alla quale rimane annessa fino alla III guerra d’indipendenza (1866).

La storia dei palazzi

Oggi nella Marca Trevigiana ed a Treviso si avverte questa atmosfera carica di storia, attraverso i suoi palazzi e i suoi monumenti. In particolare emana fascino l’antica Loggia dei Cavalieri, del XII-XIII secolo, ritrovo dei nobili, un tempo ornata da rari affreschi, unica loggia ancora esistente in stile romanico; un rarissimo esempio di arte signorile. Tra le curiosità storiche possiamo ammirare, nella chiesa di San Francesco, la pietra tombale di Francesca, figlia del grande poeta Francesco Petrarca, scomparsa nel 1384 e poco distante l’arca di Pietro, figlio di Dante Alighieri, morto a Treviso nel 1364. Sempre nell’austera chiesa di San Francesco si può ammirare un affresco del 1453, raffigurante un Crocifisso dipinto per ordine dell’Inquisitore a spese di un oste ebreo. Nel giardino del Museo della Casa Trevigiana[6] è presente una piccola casa, chiamata del Capitolo, nel quale è disposta la raccolta Sanguinazzi, interessante esempio di Gabinetto di Storia Naturale del XVII secolo, con un rara collezione di strumenti scientifici, tra cui i celebri prismi di Isaac Newton. Tra le bellezze architettoniche, di costruzione romanica del secolo XI-XII, l’antico Battistero, la cui facciata è spartita da lesene con coronamento ad archetti.  Per una storia della città ai nostri giorni, non è possibile non ricordare che anche Treviso ebbe momenti drammatici nel corso della prima e della seconda guerra mondiale. Città strategica di un fronte che fu teatro di sanguinose battaglie sul Piave, sul Montello, essa ospitò il comando supremo con Cadorna e Foch, assistette all’invasione e all’emigrazione, trepidò durante la resistenza e venne colpita da spaventosi bombardamenti, al punto da distruggere i palazzi e le gentili case, dentro le quali ferveva nel silenzio e nella trepidazione, la vita di tante famiglie. Interessante ed esauriente il commento formulato dal poeta Dino Buzzati (1906-1972), sulla Marca Trevigiana :

marca_trevigiana_XVI_secolo

Un’antica Treviso, da una stampa del XVI secolo. Foto tratta da A.a.V.v. Le cento città, Edizioni Atlas, Bergamo, 1965.

“Ci furono anni, uomini e fatti che oggi sanno già di favola, e un alone romantico tuttora vivo creò intorno a quei bizzarri artisti. Una piccola città di provincia ha visto una fioritura di pittori, scultori, scrittori, anche di classe nazionale. Si trattava di un caso fortuito? E’ probabile di no. Era invece l’aria, o l’incantesimo del posto, tanto è vero che l’attrazione delle grandi città non si fece quasi sentire. Tutti restarono trevigiani. La provincia di solito atrofizza. Ma quelli non si atrofizzarono, anzi parve che dai nobili e un po’ sonnolenti muri della città, dall’ombra conventuale dei suoi portici, dal quieto fruscio del Sile, dalla luce così intensamente veneta e felice che il sole quaggiù, dalle giornate lente, dalla serena malinconia dei verdi sobborghi, dal profilo dei monti lontani, essi ricavassero il senso della vita e i loro sogni.” [7] 

Marca Trevigiana – un patrimonio

     Ogni epoca ha lasciato le sue testimonianze inconfondibili, che si sono verificate nel corso degli anni e si sono intrecciate nel formare un patrimonio colmo di arte e di cultura. La Marca Trevigiana ci consente di ritrovare un ricco passato che ha intessuto trame meravigliose, offrendo storie, architetture e opere d’arte; paradisi inaspettati e tesori da scoprire. La Marca Trevigiana rappresenta un patrimonio di cultura e storia condivise da tutti i fortunati abitanti dei territori della Marca Gioiosa.


[1] Nel 1200 Treviso ampliò il proprio dominio a danno dei feudatari Da Camino e dei vescovi di Conegliano e così la Marca trevigiana si abbellì di sontuosi monumenti, fu prospera e gaia, ospitale a poeti e trovatori e tenne feste cavalleresche tanto da meritarsi il nome di Marca gioiosa et amorosa. Cfr. A.a. V.v. Le cento città, Edizioni Atlas, Bergamo, 1965, p. 182.
[2] Treviso divenne un’importantissima base di operazione belliche e una posizione chiave nello schieramento delle forze veneziane, tanto che il governo della Serenissima Repubblica definì la città, ad indicare l’eccezionale considerazione in cui era tenuta: occhio destro dello Stato nostro. Ivi., p.182.
[3] Il Sile inizia il suo corso fra canneti ed erbe palustri, da una polla chiara e viva, nel mezzo della pianura e dona la sua grazia di serene acque alla bella contrada di Trevigi. Lungo il fiume si sono fermati noti pittori a cogliere la gioia dei colori da Lorenzo De Lotto a Guglielmo Ciardi. [Nota dell’A.].
[4] Annotazione di Giuseppe Mazzotti, tratto da : Cfr. Le cento città, op. cit., p. 174.
[5] […] Carlo Magno sconfigge Desiderio, re dei Longobardi, e il Ducato di Treviso, sotto la dinastia carolingia, è elevato a Marca e diviene tanto importante da avere la più nota zecca d’Italia. […] Ivi., p,183.
[6] Il Museo della Casa Trevigiana è sorto per documentare la storia e la vita di Treviso, nei secoli passati. La sede del museo si trova all’interno di un palazzo del XV secolo, nel centro della città e custodisce oggetti d’arredamento bambole, elementi decorativi, armature, strumenti musicali, opere in ferro battuto, tessuti, maioliche e porcellane. Tra le particolarità del museo, c’è da menzionare l’originale fontana con una figura femminile nota come Fontana delle Tette, dai cui seni il podestà offriva ai cittadini trevigiani vino bianco e vino rosso. [Nota dell’A.]

[7] Cfr. Le cento città, op. cit., p. 188.

Andrea Bayou

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Fondatore e Presidente del centro culturale G.J. Antiga.