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Brera Milano: Vincenzo Mazza (sx) e Alessandro Aleotti (dx)

Brera Milano

Brera Milano: Il calcio perfetto

Il nostro percorso di conoscenza arriva a Milano, città cosmopolita, dove la parola “cultura” non è un accessorio a volte non capito, ma la base della vita quotidiana.
Conosciamo una realtà che ai più risuona anche pletorica, ma che se ascoltata non è del tutto banale. A Milano esiste la “terza” squadra di calcio ovvero il Brera Football Club con fondatore e presidente Alessandro Aleotti e allenatore Andrea Mazza. In un caldo pomeriggio meneghino, incontriamo la presidenza della squadra e il suo allenatore al Velodromo Vigorelli, sede degli allenamenti settimanali, e quello che esce da questo incontro cambia completamente la visione verso il gioco del calcio.

Alessandro Aleotti

Alessandro Aleotti nasce a Cesena nel 1963 e si laurea in materie economiche all’Università Bocconi con il massimo dei voti. Negli anni universitari approfondisce correnti filosofiche che richiamano una prospettiva di centralità della soggettività individuale: da Nietzsche alle molteplici declinazione dell’Esistenzialismo, passando per le fondamenta del pensiero anarchico e quello di filosofi della crisi come Junger e Ortega y Gasset. Negli anni ‘90 comincia un’eclettica e pragmatica attività di “fondatore” in svariati campi tra cui il Brera Football Club attraverso il quale può realizzare una molteplicità di progetti che utilizzano il calcio come superficie interpretativa della società.
Presenta Andrea Mazza come allenatore, scegliendolo grazie alla sua professionalità maturata sia da calciatore professionista sia da allenatore della Primavera dell’Inter e del professionismo tra la serie A,B e la serie C. L’altra grande notizia è il ritorno a giocare a calcio all’Arena Civica, monumento storico della città di Milano.

Il calcio perfetto

Aleotti pubblica il libro “Il calcio perfetto” rivolto a tutti quelli che amano questo sport, disegnando un percorso di “culturizzazione” del calcio che però stenta ad essere praticato. Il percorso di Aleotti parte dalla “sacralità” del gioco del calcio. Aleotti scrive che: “[..] il calcio ha molto a che fare con la religione ed è per questo che sopravvive a ogni lordura, esattamente come la Chiesa sopravvive agli scandali più odiosi. Lo spettacolo calcistico è integralmente costituito da elementi religiosi: lo stadio come tempio, la ritualità esasperata della partita, l’ossessiva ripetizione dei canti corali dei tifosi, la cadenza domenicale come tempistica tradizionale della funzione, la santificazione dei protagonisti e, infine, l’attesa messianica del frutto di questa religione: il gol […]”. Una disanima che ci ha molto colpito e che sconcerta. La contrapposizione la troviamo nelle abitudini delle tifoserie che sono estranee ad ogni precetto religioso. Se si pensa al cinema: sono stati prodotti diversi film sia sul calcio che su altri sport e la cosa interessante che le pellicole sul calcio sono andate nel dimenticatoio, mentre altre pellicole, ad esempio sulla boxe sono entrate nella memoria condivisa. Le parole che circondano il calcio sono infinite.

Marca Aperta e Brera Milano

Con questo primo articolo vogliamo affrontare anche noi questo percorso insieme al Presidente del Brera Milano con la volontà di parlare di calcio con una visione più approfondita della condivisione comunicativa normale.

Mario Fontana

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Imprenditore e libero professionista con esperienze maturate in ambito amministrativo e finanziario presso aziende di media-grande dimensione in Italia ed estero. Editore di Marca Aperta. Docente di matematica e contabilità, manager di imprese manifatturiere e servizi, esperto in amministrazione e commerciale.