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La contraffazione: un fenomeno pericoloso

La Contraffazione

Nel mondo, miliardi di euro di perdita

“La contraffazione è un fenomeno che causa ingenti perdite a settori strategici dell’economia europea ed italiana in particolare, a livello globale parliamo di svariati miliardi di euro, come risulta dagli studi effettuati dall’Ufficio dell’Unione europea per la proprietà intellettuale (EUIPO) in collaborazione con partner istituzionali come l’Ocse, studi che saranno oggetto del Rapporto di sintesi dello stesso Ufficio europeo, di uscita imminente”. La dichiarazione di Massimo Antonelli, Customs Expert EUIPO, avviene durante i lavori dell’Invention, Disclosure, Evolution, Ability – IDEA Forum organizzato da FASI (Funding Aid Strategies Investments), che si è tenuto presso la Camera di Commercio di Roma. Presenti ai lavori, esperti, politici, funzionari, imprenditori e giornalisti che si sono confrontati sul tema del valore della Proprietà intellettuale nell’Era dell’informazione.
“Secondo l’Ocse e l’Ufficio per la proprietà dell’Unione europea, l’Italia è il secondo Paese al mondo più colpito dalla contraffazione, superata solo dagli Stati Uniti” interviene Loredana Rotondi, dell’area Innovazione e competitività di Invitalia.
Nel corso dei lavori, è emerso che tra il 2015 e il 2016 la tutela della proprietà intellettuale sia cresciuta in tutto il mondo, e lo dimostra l’aumento delle richieste di brevetto (+8,3%), dei modelli di utilità (+28,9%), dei marchi (+13,5%) e dei disegni industriali (+8,3%).
“Questo tema della protezione intellettuale si sta trasformando, parliamo sempre meno di brevetti e più di competenze industriali. Quando il dato industriale è digitalizzato diventa il patrimonio da tutelare, sia tecnicamente che con una logica di accordi internazionali. La strategia c’è e si attuerà entro il 2020 – ha aggiunto – tutto ciò che è tutela brevettuale e delle competenze specializzate significa lavoro per i giovani, è assolutamente necessario un maggiore lavoro, a livello di comunicazione su questi temi”, ricorda Nicoletta Amodio per il settore industriale, dirigente ricerca e innovazione di Confindustria.
Successivamente interviene Giulia Ponticelli, dirigente della divisione Affari giuridici e normativi – Ufficio italiano brevetti e marchi del MISE ha aggiunto: “I diritti di proprietà industriale, che giocano un ruolo fondamentale nelle strategie di business della imprese, rappresentano un asset intangibile per le aziende, ovvero un valore di mercato dell’impresa stessa. Negli anni ’70 il rapporto tra gli asset tangibili e quelli intangibili era di 80 a 20, oggi i numeri si sono invertiti- spiega- ed è più che mai importante riportare un corretto regime di concorrenza e competitività sul mercato al fine di incrementare la qualità del prodotto. L’investimento sull’innovazione tecnologica – prosegue – contribuisce non solo alla crescita del PIL ma anche a un maggior numero di posti di lavoro (44% rispetto alla media europea del 42%) e con stipendi più alti”.
Quanto è emerso nella giornata di lavori è semplicemente interessante per far emergere una situazione che non può rimanere ferma e tralasciata.

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