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Giovanni Frigeni - Virescit

Intervista a Giovanni Frigeni – La storia del calcio giovanile

Giovanni Frigeni

Il rispetto dello spogliatoio

 

  • Com’è nata la passione per il calcio?

La mia passione è nata quando mio papà mi ha portato in Oratorio. Ai miei tempi i bambini venivano “tolti dalla strada” e portati su un campo di calcio, in sabbia col pallone Mondial – che tutti dicevano che andava da tutte le parti tranne che in porta – e la mia fortuna è stata sempre quella di avere degli allenatori “papà” che mi hanno seguito e mi hanno insegnato oltre a calcio, la vita.

  • Qual è stata la sua prima squadra in cui ha militato?

Ho incominciato nel settore giovanile della Alzano Virescit di Bergamo, squadra che è partita dalla terza categoria fino alla serie B. Il Presidente non era un padrone, ma un papà che ti portava alle partite con il pulmino, e mangiavamo pane e salame e frutta, con i sedili duri, insomma senza vizi e pretese. Il settore giovanile era questo e quando si era nello spogliatoio, sembrava di entrare in un Tempio. In spogliatoio dovevi entrare in silenzio, pensare a quello che dovevi fare, educati nel rispetto dei tuoi compagni e degli avversari. Fuori dallo spogliatoio potevi divertirti, giocare e ridere sempre nel rispetto degli altri, dell’avversario, dell’allenatore e dell’arbitro. In serie B con l’Alzano Virescit collaboravo come dirigente.

  • Come si fa a diventare giocatore di seria A?

Le squadre giovanili servono a imparare la vita e il gioco del calcio. Dico un episodio: nella Virescit quando un bambino giocava su una fascia, se i genitori urlavano, gli cambiava posizione. I miei genitori mi facevano le osservazioni a casa. Il mio pensiero è quello che un uomo diventa un grande giocatore anche perché ha un carattere e un’educazione nel rispetto degli altri: pulizia personale e dei luoghi, prepararsi la borsa da calcio e non farla portare dai genitori. Cristiano Ronaldo è da paragonare a Vieri, Del Piero e Baggio, quando finisce gli allenamenti con la squadra, arriva a casa e continua ad allenarsi. Per arrivare a un certo livello agonistico devi farti circondare da persone oneste, quindi devi avere un carattere forte.

  • Ci racconti il settore giovanile italiano.

Oggi questo settore è molto organizzato e l’ambiente è sereno e educativo. Una prassi è di valutare i giovani sia dal rendimento in campo sia da quello scolastico, tutto è per il meglio. Tutti i ragazzi devono giocare, sia quelli bravi sia quelli meno, per non creare malumori e attriti.

  • Ricorda una delusione e una soddisfazione?

La delusione più grande è stata quando mi sono “rotto” e la fortuna è stata che il Presidente della società mi propose il ruolo di massaggiatore dandomi un lavoro. La soddisfazione è di “aggiustare” un ragazzo che si è fatto male nel minor tempo possibile e vederlo correre e diventare un grande. In più una soddisfazione è lasciare un segno bello e importante professionale che poi un giorno si ricordino di te.

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