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Intervista a Jona

Intervista a Jona: Soncino la mia città il mondo il mio paese

L’arte vicino alla lingua Breille

  • Come si definisce l’artista Jona?

Mi definirei un creativo, un declinatore poliedrico di concetti ben definiti in cui la consapevolezza, la verità sono la struttura portante e la tecnica espressiva di materializzazione è libera sempre volta alla sperimentazione.

  • Come mai ha scelto questo nome d’arte?

All’anagrafe sono Aldo Gallina, ma i miei genitori alla nascita avrebbero voluto chiamarmi Jonathan, ma per problemi burocratici di quel periodo non è stato possibile. Nonostante questo divieto da sempre per i miei parenti e amici io sono Jonathan o Jona. Il mio nome d’arte quindi più che un pseudonimo per nascondere la mia identità è proprio il contrario è un modo per avere un rapporto confidenziale amichevole e diretto con l’umanità intera.

  • Quali sono le sue linee artistiche e dove trae ispirazione?

Traggo ispirazione dalle mie esperienze di vita, le filtro, le trasformo, cerco un modo di esprimere il mio pensiero non in maniera diretta ma tenendo sempre una linea di pudore al di sotto della quale non andare, pur rappresentando tematiche sociali forti che contengono violenza e crudeltà.

  • Ci racconti le emozioni delle tre arti che propone?

Credo che l’ispirazione di tutte queste diverse forme espressive si generi nello stesso luogo, quindi il fatto che diventi un dipinto, una scultura, una poesia o altro sta nel fatto di come la visualizzo a volte si ha anche la percezione di che dimensione deve avere per essere rappresentata al meglio.Quindi l’emozione è la stessa è quasi una sensazione di necessità di materializzare il concetto e la gioia e la sensazione di aver fatto il proprio dovere di artista ispirato.

  • Quali sono le massime soddisfazioni che ha vissuto per l’arte?

Come tutti gli artisti credo che la soddisfazione più grande sia quando ci si sente capiti, quando tramite riconoscimenti o complimenti sinceri si capisce che si è riusciti a emozionare a meravigliare a commuovere.

  • La sua città, ricca di cultura e storia, come lei la vive?

Ho un legame fortissimo con il mio paese Soncino, amo passeggiare tra i suoi vicoli, aggirarmi nei pressi alla Rocca Sforzesca,vedere il suo sinuoso profilo mentre mi allontano per immergermi nella campagna adiacente lambendo il fiume Oglio.

  • Quali progetti ha nel cassetto?

Da circa un anno mi sono avvicinato al mondo dei non vedenti tramite delle opere in cui ho utilizzato il linguaggio Braille. Nei prossimi mesi il mio impegno sarà principalmente speso nel portare avanti questo progetto, sviluppandolo e proponendolo nelle maggiori città italiane.

Info e contatti: www.jona.tvinfo@jona.tv

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