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La fine della repubblica di Venezia

La caduta di Venezia: una scarsa strategia difensiva?

La caduta della Repubblica di Venezia

Continua il nostro percorso storico e comunicativo, all’interno del periodo storico importante, che riguarda le cause della caduta egemonica della Serenissima Repubblica di Venezia. Dopo la prima e la seconda puntata, abbiamo deciso di proseguire con l’argomento, per il vasto consenso di pubblico e lo stupore che ha generato la storia di questi accadimenti.

La pace di Ferrara

Quando la Serenissima Repubblica di Venezia subentra nel dominio orientale dell’Italia Settentrionale, dopo la sigla della pace di Ferrara del 19 aprile 1428, lo scacchiere delle sue fortificazioni era già assolutamente definito in base agli ammodernamenti attuati in epoca viscontea. Il dominio di Venezia è completato alla conclusione dei successivi contrasti bellici, nell’anno 1454 a seguito della pace di Lodi che ne decreta il passaggio con la definizione conclusiva dei confini.

Un periodo storico fondamentale e denso di avvenimenti, dove le caratteristiche della città di Venezia hanno fatto nascere e crescere la cultura in ogni campo. La Serenissima rimane per tutti, una repubblica di pace e fortuna per tutte le terre che comprendeva la sua vasta egemonia.

I difficili rapporti con Milano

Le comunità vicine a Milano, avevano tutte intessuto rapporti istituzionali e commerciali con essa, mentre la Repubblica di Venezia tiene lontana Milano dai suoi interessi, benché fosse uno Stato già affermato e avanti come strutture e politica. La città di Bergamo, fino a qual periodo, e conseguentemente tutte le città del territorio, avevano intessuto rapporti di stretta vicinanza istituzionale, politica e religiosa con Milano, città metropolitana che a livello religioso estendeva i propri confini diocesani fino all’interno del territorio bergamasco sia di montagna sia di pianura. Venezia non aveva mai avuto rapporti con Milano, vista come distante, non solo geograficamente.

La Serenissima affronta con mano leggera la nuova situazione territoriale: ha il merito fin dall’inizio del suo dominio di convalidare i sistemi amministrativi in atto e di confermare le autonomie locali delle varie Comunità, ma di contro lascia scoperti lembi di territorio forse pensati non incidenti. Nel primo periodo della dominazione veneta il territorio di pianura era costellato di piccoli e medi borghi fortificati di origine medievale: la repubblica di Venezia si occupa solamente di alcuni di questi centri fortificati mantenendoli efficienti, gli altri, più numerosi sono lasciati alla sola difesa dei cittadini. La Serenissima usa la mano pesante solamente nei confronti delle comunità contrarie al suo dominio.

Una scarsa strategia difensiva

La Terraferma, cioè Venezia nel suo territorio più occidentale, presenta una punta estrema che lambiva i confini dello Stato di Milano: il confine di Occidente della Serenissima era delimitato a settentrione dalle catene montuose delle Prealpi Orobiche, che, di fatto, impedivano il transito degli eserciti. A occidente la fisionomia territoriale della Serenissima presenta un arenile appartenente al letto del fiume Adda sulla sponda bergamasca, vallo difensivo naturale inadatto certo a impedire ma a rallentare l’invasione di eserciti stranieri. Il confine meridionale era il più insicuro, costituito dal Fosso Bergamasco, canale artificiale di modestissime dimensioni non sempre alimentato da acque profonde. Come si può capire dalla descrizione, un confine quello occidentale, che non presenta nessuna difesa forte.

Oltre a questa linea del confine meridionale, si allungava il territorio di Crema come una sporgenza isolata all’interno del territorio di Milano, naturalmente nemico visto l’indifferenza di Venezia verso Milano, che si collegava al rimanente territorio veneto mediante uno strettissimo passo, realmente terra di nessuno, impossibile da difendere. Di contro lo Stato di Milano aveva i suoi confini ben difesi, con linee fortificate, terrapieni mantenuti efficienti e soldati posti a sentinella.

Purtroppo la strategia della Serenissima di non considerare le difese occidentali, è stata il preambolo per la scesa di Napoleone Bonaparte, che nella sua Campagna d’Italia oltre che a lasciare le popolazioni allo strenuo di povertà e miseria, riesce a trafugare ed impossessarsi di tante opere d’arte preziose.

Conosciamo l’eclettica attività artistica di Venezia, la quale attraverso un numero notevole di artisti, ha fatto conoscere la propria ispirazione e arte in tutto il mondo.

Cosa resta dell’eredità Veneziana?

La Repubblica di Venezia è un chiaro esempio di affermazione e sviluppo della comunità che ha lasciato una bella storia di conduzione generosa e altruista. Purtroppo, la storia con il suo progredire termina e parte con nuovi periodi. Abbiamo voluto presentare, in terza parte, quello che è successo all’epoca e mettere a conoscenza avvenimenti che non sono a conoscenza di tutti, o addirittura conosciuti esclusivamente dagli storici. Sono vissuti artisti famosi e dimenticati che hanno tratteggiato in chiese, palazzi ed edifici tutto il loro estro, influenzato anche da Venezia, città simbolo. Napoleone, indisturbato nella sua Campagna d’Italia si è impossessato delle opere d’arte e le ha fatte portare a Parigi.

Un altro passo è stato fatto per sapere e conoscere un pezzo di storia del Veneto, che forse per la posizione geografica lontana, è sconosciuto al grande pubblico.

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