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Pontebbana la storia

Pontebbana

Pontebbana: il nome di una strada che racchiude un pezzo di storia

I nomi delle più importanti strade italiane possono indicarci i motivi, ormai persi negli anni, per cui anticamente sono state tracciate.
Alle strade viene dato un nome per scopi pratici; potremmo, così, trovarci ad abitare in strade dai nomi appartenuti a persone altisonanti, usati per lo più per recare loro omaggio e perpetuarne la memoria, oppure in zone dai nomi dimenticati, ma che hanno una storia importante da recuperare alla memoria collettiva.

Pontebbana – Il percorso

A volte una strada prende il nome dai luoghi che collega:  è questo il caso della statale13 Pontebbana, che collega Venezia con Pontebba, località di forte interesse storico. Infatti, fino alla fine della prima guerra mondiale, Pontebba ha rappresentato il confine dello Stato Italiano nella provincia di Udine.
La Pontebbana inizia a Mestre con un tratto di strada chiamato Terraglio che la collega a Treviso e prosegue fino al Tarvisio, importante snodo ferroviario al confine di Stato con l’Austria. La massima importanza della Pontebbana, da non confondere con l’omonima ferrovia, si ebbe ai tempi in cui collegava la Serenissima all’impero Austro-Ungarico.
Ora la strada attraversa due regioni, il Veneto e il Friuli Venezia Giulia, e quattro province: Venezia, Treviso, Pordenone e Udine. Fino alla costruzione del tratto dell’autostrada A23 tra il Friuli e la Carinzia la Pontebbana fu la principale arteria di collegamento fra l’Italia, l’Austria e i paesi del Centro Europa, ancora adesso è molto trafficata e fra le più pericolose della rete stradale italiana.
In senso più poetico possiamo pensare che collega il mare alla montagna e che, in una giornata di cielo terso, scendendo dalle alture si intravvede all’orizzonte il mare.

La storia della costruzione

La costruzione della strada Pontebbana che partendo da Venezia-Mestre sale per Treviso e Conegliano ed entra in Friuli nelle frazioni di Sacile, passando per Pordenone e Casarsa, tocca Codroipo, Udine, Tricesimo, Gemona,Venzone, Resiutta, Pontebba, Tarvisio e quindi prosegue per la Carinzia fu progettata ai tempi di Napoleone, con un lavoro capillare di perlustrazione del territorio metro dopo metro, e venne concretamente tracciata sotto gli Austriaci. Più tardi, a partire dalla metà dell’Ottocento, accanto alla strada e, approssimativamente sullo stesso percorso, fu costruita a blocchi successivi anche la ferrovia Venezia-Pordenone-Udine-Tarvisio-Vienna. Assieme alle acque del torrente Pontebbana, correva il confine statale: da una parte il Lombardo-Veneto e dal 1866 il Regno d’Italia, dall’altra l’Austria.
La strada ha una lunghezza complessiva di 243,300 km, la maggior parte dei quali (180 km) ricadono nella regione Friuli.
La costruzione della strada napoleonica è stato un avvenimento che ha cambiato la storia e l’aspetto dell paesaggio così come ben descritto in un suo articolo da Pier Carlo Begotti in Le Tre Venezie.

Una strada, milioni di vite

“Signori, in carrozza!”, “Signori, si parte!”. Inviti e segnalazioni simili, ripetuti a ogni stazione e fermata, hanno costituito il ritmo dei paesaggi che si alternavano risalendo da Venezia verso il Friuli: filari di viti e distese di grano, chiazze d’alberi a ricordare le antiche selve ridotte ormai a pochi lacerti, aree paludose, villaggi stretti attorno al campanile, animali al pascolo e sfondi di montagne innevate, greti sassosi e acque fluenti. Poi, col mutare dei tempi, il panorama si arricchiva di ciminiere e capannoni, canali e aree industriali, città in espansione e nuovi insediamenti, strade e autostrade con file interminabili di macchine.
Dapprima la carrozza era trainata dai cavalli, poi a questa si è unita un’altra serie di carrozze, trainate da una locomotiva che espirava fumo nero. Era la prima volta che si unificava la pianura veneta e il Friuli con vie di comunicazione veloci e sicure e che le due regioni venivano collegate in modo stabile con altri territori anche lontani. Terre di passaggio, di partenze e di arrivi per tutta la loro lunghissima storia ma in particolare nell’Ottocento e Novecento. Attraverso queste  strade e ferrovie transitarono merci e capitali, militari e migranti, nobildonne e venditrici ambulanti, balie e terrazzieri, scalpellini e boscaioli, contadini e operai, studenti e artisti, idee, fedi, sentimenti …” e diverse espressioni linguistiche: dal puro veneziano al trevigiano che cambia e prende accenti rustici verso la zona dell’oltre Piave, tendenti al bellunese, che sfociano poi, dapprima solo con qualche parola, nel friulano per sentirsi salutati con un “Mandi!!”- ed, ad un secolo e mezzo di distanza, con i paesaggi è mutata la geografia linguistica influenzata dal triestino e dall’italiano mescolando dialetti e parlate del mondo,

Il canale del Ferro

La parte di strada più orientale, conosciuta nei secoli passati col nome di Canale del Ferro o con quello meno comune di valle del Fella, è quasi indubbiamente di origine romana per le comunicazioni fra Aquileia e la Carinzia Da un’iscrizione risulterebbe che anche allora Pontebba era una stazione del confine doganale.
La Pontebbana nei secoli fu percorsa, per il periodo dell’alto Medioevo, da chi discendeva in “Italia” pagando un pedaggio che si ritiene fosse molto elevato dando origine a infinite lotte di potere fra le concorrenti Venezia ed Austria. Venezia, nella seconda metà del Settecento, provvide a un rinnovamento quasi totale della costruzione stradale costeggiata dalle ville, gioiello dei nobili; ma effettivamente la ripresa della pontebbana non si poté manifestare che dopo la caduta della repubblica e dopo la parentesi napoleonica, quando l’Austria, signora ormai di tutto il territorio, l’adattò alle mutate necessità del traffico, nel quale prevalevano ormai le merci voluminose, in prima linea legname e minerali. Ai nostri tempi l’importanza viaria è decisamente cambiata a favore dell’autostrada ma la storia incredibile della Pontebba rimane ancora viva.

Silvana Foffano

Silvana Foffano
Dopo un periodo di studi e lavoro nel settore architettura mi sono dedicata all'insegnamento ricavandone motivazione e soddisfazione.Ho proseguito i miei studi nell'ambito della formazione specialistica per poter acquisire le metodologie utili all'apprendimento, in relazione al quale ho svolto attività di docenza per conto dell'Università "Cà Foscari" di Venezia.Attualmente sono Docente Discipline Geometriche, Architettoniche, Scenografia, Arredamento presso Scuole Medie Statali di I° e II° grado.