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Torresella di Agordo

Torresella di Agordo

IL FANTASMA E LA TORRESELLA DI AGORDO

Molte sono le leggende che si narrano sulle Dolomiti. Affascinanti storie ricche di misteri che ci permettono di entrare in un fantastico mondo popolato di fate, gnomi, giganti e anche fantasmi. Anche ad Agordo esiste una leggenda e riguarda la Torresella.

La torresella di Agordo

La Torresella è un padiglione belvedere, in stile neogotico, realizzato tra il 1864 e il 1870, situato nella zona sud del meraviglioso giardino di Villa Crotta de’ Manzoni. Il progetto è attribuito all’architetto Giuseppe Segusini su commissione di Giovanni Antonio de’ Manzoni. Quest’opera, però, non risulta presente nel catalogo delle opere dell’architetto sopracitato, anche se la critica ne attribuisce la paternità.
Essa è una struttura molto più recente, rispetto a tutto il complesso della villa, ed è una “sorta di <<pontile>> proteso verso la valle, o se si vuole una specie di torre di vedetta o di osservazione”.
La leggenda narra che in questo edificio, durante le notti di temporale, si possano ascoltare i lamenti del fantasma di Giovanni Antonio Crotta mentre piange la sua sorte dovuta all’orrida mano del fratello che lo uccise con “iniquia, barbara e fiera crudeltà”.

Giovanni Antonio Crotta

Ma chi è Giovanni Antonio Crotta? Bisogna ritornare indietro nel tempo, nel lontano Seicento quando nella valle di Agordo dominava la famiglia Crotta, che fu per molto tempo concessionaria delle minire di Valle Imperina. Un giorno Francesco Crotta, capostipite della famiglia, morì lasciando la propria eredità ai suoi due figli. Tra i due nacquero presto dei dissapori e la smania di potere di Giuseppe lo condusse ad organizzare l’omicidio del fratello tramite due sicari “il dì 2 settembre prossimo passato […] in luogo detto Polane […] detti sicari […] nascosti sbarrato la strada con arma da fuoco, che colpitolo nel mezzo del stomaco, sotto la forcella di esso, e con altri due colpi pure nel petto e nel braccio sinistro passato da parte a parte, lo privarono immediatamente di vita”. Ben presto le malefatte di Giuseppe furono scoperte; egli, fuggì e non fece più ritorno ad Agordo.

Il fantasma della Torresella

Ma allora cosa hanno in comune il fantasma di Giovanni Antonio e la Torresella, se fanno parte di due epoche completamente diverse? È molto semplice. Tutti e due soffrono la solitudine anche se in maniera diversa.
Ogni singola pietra e e ogni pezzo di legno di quell’edificio è come se fosse in attesa del vento per avere un po’ di compagnia. Quel sibilo gli ricorda i bei tempi passati quando la famiglia de’ Manzoni lo utilizzava come luogo di svago e di ritrovo. In quelle pietre cadute e in quei muri che ancora reggono lo scorrere del tempo, batte il cuore di una storia più profonda ma che al momento non è dato comprendere. Lì accanto vi sono numerose statue raffiguranti personaggi di una storia lontana, quasi pronte a “farsi notare” da qualche visitatore come se volessero rubare la scena alla timida Torresella, la quale arrossisce nel vedere qualcuno fermarsi davanti a lei. Al fantasma piace ripararsi tra quelle mura perché é in compagnia delle persone morte per impiccagione durante la prima Guerra Mondiale. Infatti, quell’edificio viene ricordato con il nome di “La Pica”, derivato dal fatto che gli Austriaci vi eressero la forca. Non importa se la leggenda sia vera o meno dobbiamo comunque ricordare che ogni architettura e ogni manufatto ha una sua storia e che ha avuto un passato glorioso e non deve esser dimenticato perché la Torresella rinascerà dalle sue rovine proprio come la Fenice rinasce dalle sue ceneri. Rinascerà più bella di prima e nel suo nuovo splendore avrà ancora molto da raccontare.

Mariangela Bognolo

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Laureata in storia delle arti e conservazioni dei beni artistici.