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12 anni schiavo
Film e libro - 12 anni schiavo

12 anni schiavo di Steve McQueen.

12 ANNI SCHIAVO – FILM DI STEVE MCQUEEN CANDIDATO A NOVE PREMI OSCAR.

“12 Anni Schiavo”, un film da vedere, un libro da leggere.  L’immagine che colpisce di più nel film – un’opera che regala tanti momenti e sequenze di rara intensità –  è quella che vede Solomon Northup, (interpretato da Chiwetel  Ejiofor), un afro-americano nato libero, rapito e costretto in schiavitù, penzolare da un albero con un cappio intorno al collo e un piede che tocca il terreno fangoso. Dietro di lui gli altri schiavi proseguono le loro fatiche – è un normale giorno di lavoro in una piantagione della Louisiana di metà Ottocento. Solomon viene quasi impiccato per aver cercato di difendersi da un sorvegliante; ora viene lasciato a penzolare in equilibrio tra la vita e la morte. Questa sarà essenzialmente la sua situazione per dodici lunghi anni.

Il Film – Una storia vera

Il film si basa su una storia vera, raccontata dallo stesso Northup in un libro che porta lo stesso titolo, pubblicato nel 1853. Nato nelle montagne Adirondack nel 1807, Solomon è un abile violinista e conduce una vita piacevole, che abbiamo modo di vedere, con la moglie e i figli a Saratoga Springs, nello Stato di New York. Accade un giorno che due uomini che lavorano in un circo gli offrano un incarico nel loro spettacolo itinerante, e una notte in cui si fanno tappa a Washington D.C. lo fanno ubriacare e lo drogano. Quando il mattino si sveglia Solomon si trova in catene, rinchiuso in un nascondiglio disgustoso. E quando viene trascinato per la città dagli schiavisti il regista Steve McQueen fa alzare la cinepresa per rivelare la vista del Campidoglio che si staglia in distanza. Dopo un viaggio via nave Solomon finisce in una piantagione in Louisiana, dove viene venduto, prestato e ad un certo punto utilizzato come pagamento di un debito. Durante tutto questo Solomon ha la furiosa consapevolezza di essere un uomo libero. E nonostante tutto non possiamo rivelare molto dei suoi pensieri e del suo temperamento senza incorrere nell’ira degli uomini e delle donne la cui considerazione di se stessi è basata sulla convinzione che lui non sia altro che un animale. Quello che nella sua anima rimane memore del ricordo di una vita migliore pone la condizione morale della schiavitù sotto la luce più cruda che ci possa essere.

“12 Anni Schiavo” è  senza dubbio il più grande film che sia mai stato girato sulla schiavitù negli Stati Uniti. Esso smaschera le scene ambientate nelle piantagioni di “Via con Vento” per il concentrato di sentimentalismo pacchiano che sono e, intenzionalmente o meno, è una rimprovero all’urlato e violentemente stravagante “Django Unchained” di Quentin Tarantino.

[…]. Il primo padrone di Solomon, William Ford (Benedict Cumberbacth) gentile e sfortunato, lo protegge per qualche tempo, ma dopo è costretto a venderlo al sadico Edwin Epps (Fassbender). Presso la piantagione di quest’ultimo, su cui incombe una grande magione dalle imponenti colonne, Solomon rimane coinvolto in un intrico sessuale che ha come protagonista Epps, la sua bellissima schiava Patsey (Lupita Nyong’o ) e la sua calcolatrice moglie (Sarah Paulson). Il regista ordina le scene in un crescendo di umiliazione, rabbia e feroci pestaggi. McQueen non ci risparmia nulla dell’orrore della dignità umana tradita da una quotidiana crudeltà. Se c’è una debolezza in queste scene, è il senso di dipendenza che suscita l’interpretazione ipnotica di Micheal Fassbender. Epps si spinge talmente addentro nella sua psicosi che non c’è altro che Fassbender possa fare, se non ripetere i suoi scoppi di collera con crescente isteria.

La fotografia

[…] Ci sono scene girate e fotografate con tale sobria bellezza che non potrò mai dimenticare: a Washington, quando gli uomini e le donne che stanno per essere imbarcati verso Sud se ne stanno nudi nel cortile, e si lavano prima della partenza; il legno che gocciola di umidità e il languore dell’estate della Louisiana; il volto di Chiwetel Ejiofor – la sua mascella quadrata, la sua fronte aggrottata,i suoi occhi sconvolti nel trovarsi in una situazione nella quale non può mostrarsi per ciò che, ai suoi occhi, è quello che lo rende un uomo. Northup è un gentiluomo diindole gentile, facile da amare; chiunque abbia mai avuto paura di perdere tutto potrà facilmente identificarsi con lui. Ma il film ci lascia addolorati per le altre migliaia che non hanno mai conosciuto la libertà, che non hanno mai potuto raccontare le loro storie alle future generazioni.

 12 anni schiavo – Il libro

Un libro da leggere. In contemporanea con l’uscita del film nelle sale italiane, Safarà Editore pubblica l’inedito romanzo autobiografico da cui questo è stato tratto, “12 Anni Schiavo” di Solom Northup, impreziosito dalla prefazione di Steve McQueen, regista dell’omonimo lungometraggio candidato a 9 premi Oscar.

 (David Denby, recensione pubblicata il 21 Ottobre 2013 nelle pagine del The New Yorker )

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