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Marca Trevigiana
Marca Trevigiana, Treviso, Conegliano, Montebelluna, Castefranco.

Marca Trevigiana

Marca Trevigiana – Treviso, Territorio e Origini.

Marca Trevigiana – Quale origine, quale territorio? Marchia Trivisiana, ha sempre avuto confini ideali, riferendosi a un territorio che corrispondeva al Veneto di oggi, esclusa Venezia, da Pordenone a Castelfranco. Una vera e propria marca di Treviso, cioè una circoscrizione del Sacro Romano Impero governata da un marchese, non è mai esistita. Marca Trevigiana ha espresso nel tempo avuto significati territoriali diversi. Prima la zona orientale della Marca di Verona, poi quella occidentale della Marca del Friuli, quindi il territorio del libero di Treviso. Risale al 1200 la definizione di “Marca gioiosa et amorosa” data al territorio in un periodo particolarmente fiorente dal punto di vista politico ed economico. La più antica definizione dei confini della Marca Trevigiana si trova in un motto del XII secolo “Monti, Musoni, Ponto Dominorque Naoni”: …dai monti del bellunese alle lagune venete e dal fiume Musone a Castelfranco, fino al fiume Noncello a Pordenone. Dal 14° secolo Marca Trevigiana si riferiva alla totalità delle conquiste veneziane in terraferma. Ma andiamo per ordine.

Treviso – Carlo Magno e i Franchi

Nelle vicinanze di Treviso nel 775 ebbe luogo una battaglia armata tra longobardi  e l’esercito dei Franchi.  Dopo la vittoria dei Franchi inizia per Treviso  (che l’anno seguente ospitò anche Carlo Magno)  la dominazione carolingia. Si formò un comitato per governare la città con una  Zecca a Treviso, che batteva moneta d’argento. Divenuta franca, Treviso venne compresa nel territorio della Marca del Friuli. Dopo le incursioni di slavi e magiari nel 828, la Marca venne ristretta ai territori di Treviso, Ceneda e Cividale. I primi governanti di questa Marca ebbero sede in Treviso e si iniziò quindi a usare la denominazione Marca Trevigiana. 

Marca Trevigiana e Dante

Marca Trevigiana, come nome di uno specifico territorio, come Lombardia, Romagna e Tuscia, nasce solo nel sec. XII. La Marchia Tervisina, come  si diceva ai tempi di Dante, a differenza della Marca Anconetana, non fu mai una circoscrizione feudale precisa, nemmeno quando Ezzelino III da Romano unificò sotto il suo dominio tutte le principali città venete Verona, Vicenza, Padova, Treviso, Feltre, Belluno. Tuttavia ai tempi di Dante nella tradizione erudita “Marca Trevigiana” ha sempre avuto un riferimento storico: Ezzelino.
La Marca Trevigiana ed i suoi abitanti venivano identificati, non per nome, ma individuati indirettamente mediante i fiumi che li contenevano:  “la parte de la terra italica che siede fra Rialto e le fontane di Brenta e di Piava. Oppure: la turba presente che Tagliamento e Adice richiude”. Oppure infine la Marca Trevigiana è presentata come esempio di ” disordine della società terrena  contrapposto all’ordine celeste “ … di Roma ovviamente.
La Marca Trevigiana, nonostante non fosse un luogo preciso e nonostante i suoi abitanti non avessero una connotazione precisa, era di una importanza strategica enorme. La Marca Trevigiana era infatti estremamente importante per chi decideva di passare i valichi per entrare in Italia. Marca Trevigiana come zona di attraversamento e primo necessario punto di appoggio per un imperatore che si fosse deciso a passare le Alpi per venire in Italia.  Enrico VII infatti alla discesa attraverso il Brennero preferirà il valico del Moncenisio.

Marca Gioiosa

Dante era in condizione d’informarsi personalmente degli avvenimenti della regione che comprendeva la Marca Trevigiana. Non si può infatti mancare di tener presente che il tratto di paese fra Adige e Tagliamento costituiva la zona naturale d’influenza e di espansione di Cangrande della Scala, signore di Verona, le cui gesta Cacciaguida avrebbe rivelate a Dante. Prima di Cangrande in un tempo passato avevano regnato nella Marca Trevigiana valore e cortesia e l’orizzonte si allargava indiscriminatamente a tutta la pianura lombardoveneto-emiliana. Tuttavia il motivo della Marca e della vita cortese che vi si conduceva un tempo è del tutto assente nel canto dantesco di Sordello, il trovatore nato a Goito, nel Mantovano, ma vissuto da giovane alle corti dei veronesi Sambonifacio e dei “da Romano”, quando (fra il secondo e il terzo decennio del sec. XIII) la Marca Trevigiana. era stata definita Marca Gioiosa.

Marca Trevigiana – Lingua

Nella partizione d’Italia secondo regioni geografico-politiche fondamentali, e relative zone dialettali, Dante assegna il nome Marchia Trivisiana alla metà di ‛ sinistra ‘, di seguito alla Lombardia e assieme a Venezia; in seguito rileva la differenza linguistica rispetto ai Trivisianis et Venetis. È ben probabile che qui la nozione di Marca Trevigiana. sia quella estensiva, comprendente oltre alla zona di Treviso buona parte del Veneto di terraferma fino a Verona, comune all’epoca di Dante. Ma poi precisa linguisticamente all’interno di questa zona le opportune distinzioni dialettali, assegnando Verona e Vicenza, con Brescia, al gruppo del volgare yrsutum et yspidum di coloro che dicono magara, individuando nei tipi ‛ sincopati ‘ come mercò e bontè un tratto caratteristico dei Padovani, e separando da questi dialetti quello dei Trevigiani che, “more Brixianorum et finitimorum”, accorciano le parole:  “nof” invece che  “novem” et “vif”  invece che  “vivo”, … “quod quidem barbarissimum reprobamus” dice Dante.

Confrontando i due capitoli del De vulgaris Eloquentia  si nota che Dante, prima accosta il trevigiano al veneziano poi al dialetto di Brescia e dintorni.  Di fatto Dante coglie con esattezza una delle caratteristiche salienti del trevigiano antico, cioè la vasta caduta delle vocali finali diverse da “a” e da “e” del plurale femminile.  Come è ancora oggi nella Marca Trevigiana.

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