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Giambettino Cignaroli pittore veronese

Pittori Dimenticati: Giambettino Cignaroli

La pittura individualista

Giambettino Cignaroli, è un pittore veneto, nato a Verona nel 1706 che segue la strada artistica di Antonio Balestra, di cui ammira “la inarrivabile bellezza e pastosità delle tinte… la grazia dei volti e la maestria nel panneggiare” (Bevilacqua, 1771). Compie studi di retorica dai Gesuiti e frequenta la scuola di Sante Prunati a Verona: riesce ad aprire una sua bottega d’arte, cosa che aveva sempre nel cuore.

Venezia è la calamita artistica per tutti i pittori dell’epoca. Cignaroli si trasferisce nella città lagunare per studiare maestri come il Tiziano, Veronese, Palma il Vecchio e i Bassano.

Alla morte di Sante Prunati comincia l’opera di relazioni personali necessarie allo sviluppo della sua pittura: conosce Antonio Balestra e Ludovico Dorigny, visto dal Cignaroli come l’eleganza suprema nel disegno.

Il miglior pittore d’Europa

A Venezia lavora per i Labia intorno al 1737 e grazie a questa presenza nella città lagunare, ha l’occasione di vedere tutto il patrimonio artistico presente, cogliendo ogni aspetto interessante dei tratti, delle tecniche e del colore. La sua maestria nella pittura non passa inosservata tanto che, nel 1764, è nominato Direttore dell’Accademia di Pittura di Verona che porta il suo nome e l’Imperatore Giuseppe II (Imperatore d’Austria) lo definisce “il miglior pittore d’Europa”. Tutti queste manifestazioni di stima da persone importanti nell’ambiente artistico dell’epoca fruttano al Cignaroli un gran numero di commesse e un invito a dirigere l’Accademia di Pittura di Vienna.

Giambettino Cignaroli non ha mai lasciato l’Italia perché aveva una salute non molto forte; il continuo ammalarsi facilmente condiziona la sua permanenza a Venezia e ostacola i viaggi, molto lunghi visti i mezzi del tempo. Tuttavia ha la fortuna di dipingere una forma di pittura molto apprezzata dal pubblico. Questa fortuna si traduce nella ricercata bellezza delle opere che trova ampie committenze all’estero, soprattutto in Spagna dove si trova una meravigliosa Madonna esposta al Prado di Madrid.

Giambettino Cignaroli e Antonio Balestra

La pittura del Cignaroli è attigua a quella del Balestra; segue la compostezza formale della pittura bolognese e il classicismo di Maratta rendendosi molto più lontano dal Rococò veneziano.

Lavora anche per clienti esteri quali l’elettore di Sassonia, il re di Polonia, il re di Spagna e per molti nobili russi dove i suoi segni sono ben riconosciuti e rintracciati. Dipinge, oltre che nella sua Verona, in molte città italiane: Milano, Torino, Ferrara, Bologna, Bergamo, Parma e Brescia.

Giambettino Cignaroli ha la capacità di vivere la sua fama concentrandosi su se stesso: tiene molto alla sua immagine e perciò ignora tutto il turbinio di curiosità intorno a lui. Prosegue il suo sentiero pittorico caparbio e lineare, dipingendo quello che sentiva il suo istinto sia sacro che profano. Gli atri pittori erano attratti dalle voci che arrivavano sulla sua pittura, ma non riuscivano a sapere molto di questa straordinaria magnificenza pittorica, osannata anche da re e imperatori.

La forma di continua ricerca in se stesso si ultima pochi giorni prima di morire quando si trovano indirizzi di un nuovo stile del Cignaroli nel linguaggio neoclassico internazionale, nel Sacrificio di Rachele (1769; Venezia, Gallerie dell’Accademia), un’opera che testimonia programmaticamente e con limpidezza una precisa linea di gusto in via di mutamento.

Muore a Verona nel 1770, proprio dopo pochi mesi dall’invito di Vienna, a dirigere l’Accademia di Pittura.

Gianni Fellissent

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Antropologo